Gli antagonisti del TNF migliorano l’attività di malattia ma non la rigidità arteriosa nell’artrite reumatoide


L’infiammazione sistemica può svolgere un importante ruolo nella progressione dell’aterosclerosi e nell’aumentare l’incidenza di mortalità cardiovascolare nei pazienti con artrite reumatoide.

L’Atorvastatina ( Lipitor ) riduce la rigidità arteriosa nei pazienti con artrite reumatoide dopo 6 settimane, un effetto questo che può essere parzialmente spiegato dall’attività immunomodulatrice di questo farmaco.

La soppressione dell’infiammazione con gli antagonisti del TNF ( Tumor Necrosis Factor ) dovrebbe pertanto migliorare la funzione vascolare nell’artrite reumatoide.
In realtà, gli inibitori del TNF possono causare o esacerbare l’insufficienza cardiaca congestizia.

Uno studio compiuto da Ricercatori della Melbourne University ( Australia ) ha avuto come obiettivo quello di esaminare l’effetto del trattamento con gli antagonisti del TNF sulla rigidità arteriosa nei pazienti con artrite reumatoide in forma attiva.


Lo studio ha riguardato 14 pazienti affetti da artrite reumatoide altamente attiva di età media 55.1 anni e durata media della malattia di 7.9 anni.
Al basale il punteggio medio di attività di malattia ( DAS28 ) era 7.1.

Lo stato clinico e la rigidità arteriosa è stata misurata prima e dopo 6 settimane di terapia con antagonisti del TNF ( Etanercept, Enbrel; Adalimumab, Humira; Infliximab, Remicade ).

Non sono stati osservati cambiamenti riguardo alla rigidità arteriosa durante il periodo di studio.

Il punteggio DAS28 è migliorato in modo significativo da 7.1 a 4.3 ( p < 0.0001 ).

La velocità di sedimentazione degli eritrociti e la proteina C reattiva si sono ridotte da 44 a 15mm/h ( p = 0.02 ) e da 34 a 10mg/l ( p = 0.007 ), rispettivamente.

Nonostante significative riduzioni nei marker di sinovite e di infiammazione, il trattamento con antagonisti del TNF per 6 settimane non ha migliorato la rigidità arteriosa nei pazienti con artrite reumatoide.( Xagena_2005 )

van Doornu S et al, Rheumatology 2005; 44: 1428-1432




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