L’impiego dei DMARD nell’artrite reumatoide è associato ad una riduzione del rischio di infarto miocardico acuto
Ricercatori della McGill University di Montreal, in Canada, hanno valutato il rischio di infarto miocardico acuto ( IMA ) associato all’uso di farmaci antinfiammatori modificanti la malattia ( DMARD ) e di altri farmaci comunemente impiegati nell’artrite reumatoide.
La coorte studiata comprendeva 107.908 soggetti di età media paria a 54 anni, al momento dell’arruolamento.
Durante il periodo osservazionale ci sono stati 558 casi di infarto miocardico acuto ( 3.4 per 1000 ogni anno ).
L’incidenza di infarto miocardico acuto è risultata significativamente ridotta con l’uso dei DMARD ( rate ratio aggiustato, RR = 0.80 ).
Questo effetto era proprio di tutti i DMARD, compreso il Metotrexato ( RR = 0.81 ), Leflunomide ( Arava; RR = 0.28 ) ed altri tradizionali DMARD ( RR = 0.67 ), ma non dei farmaci biologici ( RR = 1.30 ).
L’incidenza di infarto miocardico è risultata aumentata con l’impiego dei glucocorticoidi ( RR = 1.32 ) ma non con i farmaci antinfiammatori non steroidei ( FANS ) non selettivi ( RR = 1.05 ) o gli inibitori selettivi della cicloossigenasi 2 ( COX-2 ) ( RR = 1.11 ).
I dati dello studio hanno mostrato che l’impiego dei DMARD è associato ad una riduzione del rischio di infarto miocardico acuto nei pazienti con artrite reumatoide.
Nessun aumento del rischio è stato riscontrato con gli inibitori COX-2 in questa popolazione. ( Xagena_2006 )
Suissa S et al, Arthritis Rheum 2006; 55: 531-536
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