Artrite reumatoide: rischio cardiovascolare da farmaci antinfiammatori non-steroidei


Uno studio osservazionale danese ha mostrato come, in un ambiente reale di pazienti con artrite reumatoide, il rischio cardiovascolare associato all’impiego dei farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) sia modesto e significativamente ridotto rispetto ai soggetti non affetti da questa patologia.

I pazienti con artrite reumatoide presentano un aumento del rischio di morbilità e mortalità cardiovascolare, rispetto alla popolazione generale.
Stando ai dati provenienti dagli studi clinici e studi osservazionali, alcuni FANS sarebbero in grado di conferire un rischio aggiuntivo di patologie cardiovascolari quali infarto del miocardio, ictus e morte per cause cardiovascolari, per cui il loro impiego in pazienti già ad alto rischio, come quelli con artrite reumatoide, potrebbe essere pericoloso.

Tuttavia, alcuni dati di studi clinici non indicano che l’impiego dei FANS in pazienti con artrite reumatoide sia associato a un aumento di rischio cardiovascolare.

Alla luce di questi dati discordanti, è stato effettuato uno studio volto a dirimere la questione, esaminando l’incidenza di eventi avversi cardiovascolari in una coorte nazionale non-selezionata di pazienti con artrite reumatoide, che hanno impiegato i FANS nel periodo 1997-2009.

Sono stati presi in esame i dati relativi di 17.320 pazienti e di 69.280 controlli, appaiati in base all’età e al sesso.

I risultati hanno documentato in un tempo mediano di 4.9 anni il verificarsi di 6.283 eventi avversi cardiovascolari.
In particolare, il rischio cardiovascolare associato con l’impiego di FANS era significativamente più basso nei pazienti con artrite reumatoide rispetto ai controlli ( hazard ratio, HR=1.22; IC 95%= 1.09-1.37 versus HR=1.51; IC 95%= 1.36-1.66; p inferiore a 0.01 ).

Lo studio ha, inoltre, mostrato che, mentre l’impiego di Rofecoxib e di Diclofenac è risultato associato a un aumento del rischio cardiovascolare nei pazienti con artrite reumatoide ( HR=1.57; IC 95%= 1.16-2.12 e HR=1.35; IC 95%= 1.11-1.64, rispettivamente ), al contrario non è stato documentato un incremento significativo del rischio a seguito dell’impiego dei FANS differenti in questo gruppo di pazienti.

Le scoperte emerse dallo studio sono in linea con la raccomandazione generale sull’impiego della più bassa dose possibile di farmaci antinfiammatori per il minor tempo possibile, benché il rischio cardiovascolare complessivo associato alla maggior parte dei FANS sia modesto nei pazienti con artrite reumatoide.
Mentre l’effetto del Naprossene sul rischio cardiovascolare in questo gruppo di pazienti è risultato neutrale, l’alta incidenza di eventi cardiovascolari osservata con Diclofenac sembra dipendere prevalentemente dall’uso frequente e dalla disponibilità di formulazioni OTC del farmaco.

Fonte: Annals of Rheumatic Diseases, 2013

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