Utilità dei biomarcatori qEEG nel predire il miglioramento dei sintomi dolorosi durante trattamento della sindrome fibromialgica con farmaci SNRI
I farmaci antidepressivi SNRI ( inibitori del riassorbimento della serotonina e della norepinefrina ) possono risultare efficaci nel fornire sollievo al dolore associato alla sindrome fibromialgica, anche in assenza di disturbo depressivo maggiore.
Il trattamento della fibromialgia, attualmente, segue una strategia trial-and-error ( tentativi continui ), richiedendo spesso 8-12 settimane per l’accertamento dell’efficacia di un dato intervento farmacologico.
La capacità di predire la risposta ai farmaci antidepressivi potrebbe facilitare il management clinico della sindrome fibromialgica.
I Ricercatori dell’University of California - Los Angeles ( UCLA ) hanno ipotizzato che la perfusione cerebrale sia in grado di predire la risposta ai farmaci antidepressivi nel trattamento dei sintomi della sindrome fibromialgica.
Hanno preso parte allo studio 12 adulti, di cui 9 donne, che hanno incontrato i criteri dell’American College of Rheumatology ( ACR ) per la fibromialgia; alcuni pazienti sono stati trattati con Duloxetina ( Cymbalta ) 60 mg, altri con placebo.
Cambiamenti nella perfusione frontale sinistra all’elettroencefalografia quantitativa ( qEEG ) dopo la prima settimana di trattamento con Duloxetina ha predetto in modo significativo il miglioramento del dolore alla scala BPI ( Brief Pain Inventory ) e il miglioramento alla scala PGI-I ( Patient's Global Impressions of Improvement ).
Questo studio pilota ha indicato che i biomarcatori di qEEG possono risultare utili nel predire il miglioramento dei sintomi dolorosi durante trattamento della sindrome fibromialgica con farmaci SNRI. ( Xagena_2009 )
Hunter AM et al, Pain Med 2009; Epub ahead of print
Link: MedicinaNews.it
XagenaFarmaci_2009